martedì 2 aprile 2013

Due stratagemmi importanti: non rispondere oppure dire mezze verità.

Dopo molto tempo torno a scrivere su questo blog.
Purtroppo nel frattempo ho dovuto sperimentare personalmente diversi generi di trucchetti utilizzati dai media, ma anche dal mondo della politica, per evitare di informare le persone sul reale stato delle cose.

Uno degli "strumenti" più utilizzati per difendersi dalle domande è il non rispondere.




In Italia questo modo di agire è sempre più diffuso (spesso purtroppo incoraggiato da un pessimo modo di fare giornalismo che riporta in maniera tendenziosa se non addirittura falsa le dichiarazioni delle persone) e addirittura oggi assistiamo a un nuovo fenomeno: chi non ha risposto per anni a domande pressanti accusa altri di non rispondere (non si sa con quale autorità).

Questo modo di agire è spesso messo in pratica anche da esponenti del mondo dei media che, quando si fanno domande/osservazioni relative al modo di informare le persone, preferiscono non rispondere per evitare di svelare i trucchi del mestiere che spesso vengono utilizzati per difendere alcune parti politiche o comunque interessi di parte.

Credo che nel nostro paese proprio i professionisti dell'informazione dovrebbero mettere in discussione il loro operato perché dall'essere correttamente informati dipendono sia gran parte delle scelte per il futuro dell'Italia.

L'altro modo molto utilizzato per ingannare le persone è dire mezze verità.
Faccio un esempio: se ai cittadini si raccontasse che una determinata industria inquinasse nei limiti di legge ma ci si "dimenticasse" di dire che quei limiti di legge non tutelano per nulla la salute delle persone ecco costruita la mezza verità.

Se i cittadini sapessero che quel limite di legge non vale a nulla perché magari è troppo largo di manica avrebbero una opinione ben differente sulla questione.

Mi raccomando: difendetevi dalla cattiva informazione e cercate di fare attenzione ai soliti trucchi utilizzati da chi spesso si vede in televisione o riesce a far pubblicare proprie dichiarazioni sui media senza mai confrontarsi realmente con le persone magari in dibattiti pubblici (dove è più facile che le bugie vengano a galla).

giovedì 10 maggio 2012

Informazione e disinformazione, informazione e disinformazione. Oltre l'infinito e oltre.

Questa volta vorrei descrivervi uno dei meccanismi del mondo dei media nostrani che permette o meglio, facilita, la continua decostruzione dell'informazione rivolta ai cittadini. Attenzione: potrete riconoscere molto spesso questo meccanismo in azione e, quando ve ne accorgerete leggendo un giornale oppure guardando la tv o ascoltando la radio, vi renderete conto di come siamo bombardati da finta informazione che, tra le altre cose, è uno dei mezzi per confondere perennemente i destinatari dei messaggi veicolati e non avere mai dei punti fermi da cui partire.

Sapete qual'è uno dei problemi più gravi che abbiamo in Italia? Che l'informazione, invece di fare bene il suo lavoro, ci abitua a dimenticare e rende le opinioni dei soliti volti noti (che spesso sono quelli sulla scena da 20 anni) come fossero la realtà (continuando a farcele risentire mille volte).

 Fonte immagine: http://epidurale.blogspot.it/2012_04_01_archive.html

Avrete notato che in pratica, una eventuale persona realmente informata su di un argomento, se sottoposta a intervista da qualche media nazionale (ma non escludiamo anche quelli a livello locale, ci sono "fulgidi" esempi), è fatta spesso passare come qualcuno che stia dicendo per l'ennesima volta qualche cosa di inedito anche se la stessa informazione è stata già spiegata precedentemente. In realtà spesso si tratta di dati già noti ma che ci tocca ripetere allo spasmo ma senza approfondimento perché quasi sempre i giornalisti (non tutti ma quasi) fanno le domande come se dovessero sempre ripartire da zero, come se non si avesse imparato nulla dalle persone con cui sono venuti in contatto e dalle esperienze precedenti.

Per chiarirci meglio facciamo un esempio: se nessuno ha mai risposto alle osservazioni presentate dai 360 professori che hanno scritto a Monti sulla Tav, una volta fatte le opportune veriche - se fondate - i giornalisti dovrebbero dire che, chi oggi appoggia la Tav non ha motivazioni valide. Invece a che cosa assistiamo? Al solito balletto del giornalista che chiede, per la milionesima volta e come se fino al giorno prima fosse vissuto su Marte, per quale motivo la Tav non si dovrebbe fare. Questo meccanismo è talmente diffuso che sembra ormai non ci sia speranza di essere informati. Possibile che, ancora oggi, tanto per fare un altro esempio, sentiamo ancora domande del tipo..."ma il filtro antiparticolato è utile"? ....la risposta è no se si sono lette le motivazioni scientifiche e sanitarie. Se invece si continua a voler cadere dalle nuvole e a fare finta di essere vissuti fino a ieri su Marte....si continuerà a disinformare e a rendere "instupiditi" i lettori/ascoltatori ponendo i soliti interrogativi come se ogni mattina si resettasse la propria memoria.

Questa è quella che potremmo chiamare "l'informazione del punto zero"...e cioè quella che, ogni volta, ripete le solite domande senza alcuna analisi e senza arrivare mai a un qualche  ragionamento deduttivo. Ovviamente questa non è informazione ma più che altro una sorta di grave disturbo ossessivo-compulsivo che purtroppo affligge larga parte dell'informazione italiana.

lunedì 9 gennaio 2012

Cogne si, scandali sprechi e inchieste no. Perchè?

Ecco un altro punto fondamentale che l'informazione nostrana purtroppo non sembra considerare.


Come ben saprete in Italia (non facciamo i nomi ma li potrete trovare da soli) esiste un ramo del "giornalismo" che si occupa di seguire, o si potrebbe anche dire "perseguitare" alcuni protagonisti dei fatti di cronaca nera, trattando gli stessi casi per anni, anche mettendo in piedi una sorta di telenovela il cui unico scopo sembra solo quello di attirare più curiosi possibile.


Un esempio su tutti? Il caso di Cogne.
Ora a me dispiace citare per l'ennesima volta questo povero paese ma mi è necessario per farvi capire che nel giornalismo ci sono delle storture enormi e dei trattamenti assolutamente impari di fronte alla gravità delle conseguenze che possono generare certe situazioni.


Abbiamo visto quindi che quando ci troviamo di fronte a casi di cronaca nera questi vengono seguiti anche per più di dieci anni anche solamente per dare aggiornamenti in stile gossip.


Ecco quindi che arrivo al punto: vi sembra che per casi di inquinamenti ambientali, di sprechi di denaro pubblico, di progetti assurdi si faccia altrettanto?


Purtroppo la risposta è no.


Perché con tutti i casi che vediamo soprattutto nelle realtà locali, i vari media non seguono da vicino e non riprendono nel tempo e con approfondimenti che tengano conto della storia di quello che è accaduto, i vari avvenimenti che implicano conseguenze molto importanti per la nostra vita?


Farò degli esempi altrimenti si rischia di non capire la portata di quello che vi ho scritto: da quanto si trascina il problema dell'inquinamento a Verona? Da quanto tempo si parla della continua cementificazione del Veneto? Chi si ricorda dei vari disastri ambientali che si sono verificati e delle conseguenze che ancora oggi subiamo senza che quasi nessuno ce le ricordi? Dell'infiltrazione mafiosa chi se ne ricorda?


Un buon esempio da seguire potrebbe essere il "Com'è andata a finire?" del programma Report di Milena Gabanelli. Questo a quale scopo? Diciamo che serve veramente poco dare le notizie se poi non si seguono nel tempo per vedere se i responsabili di eventuali sprechi, disastri ambientali, corruzioni e quant'altro, sono stati adeguatamente sanzionati e per vedere se le situazioni sono state risolte.


Ecco quindi che, se il nostro giornalismo non si occupa di portare avanti questi approfondimenti e di mantenerli "vivi" nel tempo, la già corta memoria di noi cittadini fa veramente fatica a capire il quadro della situazione e a capacitarsi dei disastri che poi vediamo accadere.


Un esempio su tutti? L'alluvione in Veneto.
La situazione del dissesto idrogeologico era già nota da tempo. Perché il problema viene fuori solamente a disastro avvenuto e, tra le altre cose, viene quasi subito dimenticato?

(Fonte immagine: http://www.liberoquotidiano.it/resizer/475/280/false/memoria-test-uomini-donne--1279118311506.jpg)
 

Ecco che così capiamo l'importanza che il mondo dell'informazione dovrebbe dare a molte tematiche che spesso invece vengono lasciate cadere nell'oblio.

Che la cosa sia da ricollegare anche a eventuali conflitti di interesse? A chi potrebbe dar fastidio il ricordare situazioni spiacevoli che si protraggono nel tempo senza che i responsabili le risolvano?

Lascio a voi trovare le possibili risposte.

mercoledì 14 dicembre 2011

L'informazione nascosta

Questa volta trattiamo più nello specifico di alcuni esempi di modalità per "nascondere" le informazioni che possono risultare fastidiose per chi ha determinati interessi al fatto che non vengano divulgate.

Oggi la tecnica di censurare direttamente qualcuno che voglia riportare delle notizie molto scomode, non è più molto praticata (pur con notevoli eccezioni) anche perché è facilmente dimostrabile e le persone tagliate fuori dall'informazione possono far vedere, attraverso altri strumenti come internet, che le loro comunicazioni non vengono prese in considerazione.

A cosa servono queste tecniche? Oggi chi non compare sui maggiori media, in particolare sui giornali e le televisioni, è come se non esistesse.
La realtà sta a poco a poco cambiando con il progressivo aumento dell'utilizzo di internet ma siamo ancora lontani dal raggiungere la stessa diffusione tra il grande pubblico.


(Fonte immagine: http://www.diexx88blog.com/wordpress/tag/informatici-scimmie/)

Ecco allora che, nel mondo dei media, in particolare quello giornalistico, si utilizzano metodi più "raffinati" per far passare in secondo piano o addirittura quasi inosservate, certe notizie che possono dare fastidio a diversi portatori di intessi.

TECNICA 1

Rendere la notizia non più attuale.
In pratica i giornalisti vanno a degli eventi/conferenze stampa, oppure ricevono direttamente in redazione i comunicati stampa dalle varie fonti. Da quel punto in poi, salvo problemi strettamente legati alla tempistica di stampa che non permettono di pubblicare immediatamente il giorno successivo un evento che si è prolungato fino a tarda serata (oggi però c'è lo strumento internet che permette di ovviare temporaneamente al problema fino alla eventuale uscita in formato cartaceo), scatta il meccanismo del "non c'era spazio sul giornale".

In pratica ai diretti interessati si dice che il giornale era già pieno e che non aveva posto per la notizia che si vorrebbe diffondere e magari, allo stesso tempo, si vedono pubblicate notizie di valore estremamente ridotto (il classico esempio del gallo cedrone che becca i passanti o del gatto che è stato ritrovato).

Capite bene che dire che non c'è posto per una notizia di un certo rilievo quando c'è lo spazio per cose a volte ridicole, è una gran presa in giro.

Passati alcuni giorni si dice che la notizia scomoda "non è più attuale" e si passa dal "vorrei inserirla ma non posso" all' "ormai la notizia è vecchia" per cui non la pubblichiamo più.

TECNICA 2
L'altra modalità per "nascondere" le notizie, è quella di inserirle in mezzo ad altre che centrano poco o nulla con l'argomento che si vorrebbe trattare.
Un esempio è inserire un riquadro in una pagina dove, nelle notizie che lo circondano, si tratta di argomenti diversi che centrano poco o nulla con l'informazione scomoda che non si vuole far notare troppo.

TECNICA 3

Una delle modalità molto diffuse consiste nel mettere dei titoli fuorvianti che non fanno capire bene di che cosa si parla o, addirittura, che cambiano il senso di quello che si dice nella notizia (per chi non lo sapesse, ricordo che esiste nei giornali chi fa il lavoro di "titolista").

TECNICA 4
A volte vengono inserite delle foto i cui soggetti non sono la fonte della notizia riportata. Mi spiego meglio: X manda al giornale un comunicato in cui si parla di un fatto che riguarda indirettamente un soggetto Y senza nominarlo. La foto che viene messa però è quella di Y anche se non è chiamato in causa (questo accade quando si vuole dare risalto ad un particolare personaggio invece che agli autori della notizia).

*****

Una piccola nota finale: da notare che queste tecniche sono strumenti in mano alle direzioni dei giornali più che ai singoli giornalisti (che a volte coincidono se si tratta di una piccola pubblicazione).


Ecco che allora vi consiglio di fare bene attenzione quando leggete delle notizie, in particolare sui media cartacei. Attenzione ai titoli, guardate a come le informazioni vengono inserite nella pagina e, non secondariamente, notate se vengono messe delle foto per attirare l'attenzione oppure se sono utilizzati dei riquadri messi vicini a degli altri che riportano cose non inerenti con l'argomento in questione.

Ciao a tutti e buona informazione.
Alla prossima.

giovedì 8 dicembre 2011

Il conflitto di interessi: il conflitto di interessi!!

Cosa si dovrebbe poter avere a disposizione come strumento per analizzare meglio le informazioni che ci arrivano dai media, per essere più attenti nei confronti delle notizie che ci vengono esposte?

Credo che ogni giornale, televisione o radio, dovrebbe poter esporre su internet un elenco con i soci proprietari del mezzo di informazione e inoltre un elenco, in ordine dal più grande al più piccolo, dei vari inserzionisti pubblicitari (che sono quelli che alla fine mantengono in piedi tutto quanto con i loro fondi).

In questo modo, se vedremo dei servizi televisivi dove si elogiano le magnifiche virtù di una determinata azienda e vedremo che questa è tra i maggiori inserzionisti pubblicitari del media in questione, sarà molto più difficile lasciarci trarre in eventuali inganni e pubblicità mascherate da servizi televisivi o "approfondimenti" giornalistici che siano.

Attenzione che però, oltre alle pubblicità, ci sono anche gli spazi prepagati dagli enti pubblici ai vari media, che teoricamente servono come luogo di confronto tra cittadini e amministratori, in pratica, molto spesso, si trasformano in momenti dove il politico di turno si può facilmente incensare se il giornalista che conduce il gioco non pone domande approfondite senza fare sconti a nessuno.

Insomma: i media hanno un ruolo primario nel perseguire il bene comune...ma oggi tutto questo è sempre più difficile. Se un giornale rimane senza finanziamenti perché non fa sconti a nessuno e dice sempre la verità..in un paese con molti problemi come il nostro, come farà a finanziarsi?

Credo che sarebbe un'ottima idea avere giornali e televisioni i cui i "padroni" siano molti/moltissimi piccoli/piccolissimi azionisti per cui non esista qualcuno che possa fare la voce grossa per difendere solo i propri interessi.


E' l'idea di Tv popolare...ma sembra che fino ad oggi non abbia avuto molto successo.

E' sempre difficile fare le cose in tanti rispetto a quelle in cui, pochi soggetti con i soldi, dettano le regole.
Credo che però valga proprio la pena di tentare di cambiare le cose.

venerdì 2 dicembre 2011

La cronaca come strumento per "informare"

Per cominciare a parlare di informazione, partiamo subito da un meccanismo molto importante che mi sta molto a cuore che la gente conosca.

Se guardiamo ai telegiornali oppure ai giornali, la maggior parte (se non la quasi totalità) delle notizie viene data sotto forma di servizi/articoli di cronaca.

Quali conseguenze ha questa modalità di riportare gli eventi sullo spettatore o lettore che sia?

Innanzitutto pensiamo a un fattore molto importante: quando si ha a che fare con la cronaca  ci si trova di fronte a un lavoro che solitamente non richiede un approfondimento da parte del giornalista.

Che conseguenze ha nella costruzione della realtà dei lettori/spettatori?


Oggi grazie (si fa per dire) a questo meccanismo, possiamo vedere che il mondo della politica occupa con le sue dichiarazioni (non importa se siano verificate oppure no) larga parte dello spazio sui media.

I giornalisti, riportando sotto forma di articoli di cronaca quello che viene detto dalle varie autorità e personaggi di spicco del momento, fanno in modo che, alla lunga, anche eventuali bugie clamorose possano passare per verosimili.

In pratica il giornalista diventa una sorta di registratore umano che riporta quello che è stato detto dalle persone intervistate o che racconta quello che ha visto durante un evento.



Immaginate che, chi legge il giornale o guarda la televisione o ascolta la radio, è ben lontano dal pensare che i giornalisti possano riportare anche delle sciocchezze enormi di molti personaggi che ricoprono cariche importanti, senza alcuna verifica su quanto viene detto.


Cosa succede allora in questo modo? Bugie colossali che si potrebbero smentire  anche facendo il minimo sforzo di andare a rivedere vecchi filmati rimasti registrati su dei video facilmente reperibili su internet (che oggi funziona un po' come se fosse una sorta di memoria storica), non vengono smascherate.

Chi non ha i mezzi e gli strumenti per approfondire quello che viene detto sui maggiori media è quindi sistematicamente soggetto a sentirsi ripetere falsità e mezze verità in continuazione.

Come potrete immaginare, tra le altre cose, i giornalisti avendo numerosi contatti con moltissime persone e spesso conoscendo molto da vicino le realtà che però raccontano quasi solamente negli articoli di cronaca, potrebbero rivelare molti fatti e fare analisi approfondite su quello che il loro lavoro li porta a toccare con mano. I giornalisti potrebbero quindi essere molto utili ai loro lettori/ascoltatori per analizzare a fondo la realtà che ci circonda ma spesso non sono nelle condizioni di farlo.

In realtà, mancando gli spazi per delle vere inchieste che possano approfondire anche argomenti molto complessi, si rimane sempre al dover sentirsi ripetere all'infinito le stesse dichiarazioni dei soliti volti noti (che in quel modo sono liberi di dire quello che vogliono senza la paura di poter essere clamorosamente smentiti da una fonte che sia considerata il più possibile obbiettiva).

Fatelo sapere ai vostri amici.
Ciao e alla prossima.

P.S.: sarei veramente felice se in questo blog arrivassero, anche in forma anonima onde evitare eventuali ripercussioni lavorative, i commenti di professionisti del settore dell'informazione. Credo che darebbero un grande contributo al dibattito.

giovedì 1 dicembre 2011

Cosa è successo all'informazione?

Ciao a tutti. Questo blog si propone di analizzare, anche grazie al vostro aiuto e ai commenti che invierete con degli esempi concreti, il modo attuale di fare informazione. Perché oggi si rende assolutamente necessario questo tipo di analisi, fatta in modo semplice e comprensibile da tutti?

Oggi la politica e cioè chi prende decisioni per il nostro futuro, è indissolubilmente legata con il mondo dell'informazione. Se non sei sui giornali o in televisione non esisti e la maggioranza delle persone non saprà quello che racconti.

Per questo vedremo assieme i MECCANISMI più diffusamente utilizzati oggi, dal mondo dell'informazione per influenzare, attirare, fare propaganda, minimizzare, dare risalto, far passare inosservati degli eventi e molto altro ancora.

(Fonte immagine: http://it.dreamstime.com/register?jump_to=http%3A%2F%2Fit.dreamstime.com%2Ffotografie-stock-tecnologia-di-mezzi-d-informazione-della-televisione-image8243523)


Vi stupirete per l'amplissima gamma di tecniche e metodi utilizzati.
Seguite il blog.
Ne vedremo delle belle.

Questo blog nasce dall'esigenza di far capire, anche a chi non è pratico di queste cose,  come funziona il mondo dei media e del giornalismo.

Se nel nostro paese ci troviamo nell'attuale grave situazione, gran parte della responsabilità deriva anche dal modo con cui i cittadini sono stati informati e con cui gli si è "insegnato" a pensare in anni di "abitudini informative".

Ciao a tutti e....condividete l'esistenza di questo blog tra i vostri amici!!